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Iolanda Raspollini: "Femminicidi, perché?" Introduzione.

Iolanda aveva originariamente intitolato questa ricerca: “Tentativo di risposta a certe domande”, ma leggendola e discutendone con altri, ci è apparsa ben più di un tentativo.
E' stata piuttosto una lettura che e mi ha fatto conoscere donne straordinarie. come donna che ha subito la violenza maschile, ma che si è sempre ribellata, mi ha aiutata a comprendere di essere in buona compagnia :).
Il lavoro di “Iolanda e le altre”, come mi viene amichevolmente di chiamare adesso tutte le studiose citate, svela il percorso dell'ideologia su cui, nel mondo che personalmente conosco, si basa il maschilismo che attribuisce alla donna la medesima valenza della “roba”, come Iolanda stessa sottolinea.

E' evidente in tutte le violenze subite dalle donne, un modello comportamentale e sociale che non può più essere tollerato, i numeri sono quelli di una strage: dall'anno 2000 ad oggi, il totale dei femminicidi è 2.220, di cui 128 nel 20013. Una strage annunciata.
Non possiamo lasciare tutta la responsabilità di capire e risolvere il dramma del femminicidio a chi si occupa di teologia o criminologia.

Questo modello è stato costruito, quindi lo si può smontare e sostituire con valori differenti, a partire dal nostro quotidiano, da come ci relazioniamo nella comunità, dall'educazione che diamo a figli e figlie, affinché non divengano carnefici o vittime a causa della nostra indolenza o cieca sottomissione a dogmi evidentemente ingiusti. Non saranno i primi dogmi ad essere abbattuti in nome di una società migliore e spero vivamente che non siano gli ultimi.

Ringrazio Iolanda per il suo continuo e generoso impegno nel migliorare la qualità della nostra conoscenza.



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