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Viaggio a Londra 25 Aprile – 2 Maggio 1985

 ORGANIZZATO DAL C.I.D.I.

(Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti)


Giovedì 25/04/1985

Maddalena ed io ci troviamo alle 10,00 presso l’agenzia Doria all’esterno della Stazione centrale di Milano; siamo arrivate dopo una notte di viaggio da Roma, con un treno che aveva due ore di ritardo per sciopero del personale.

Come sempre, il gruppo era composto prevalentemente da “donne-profie”; uomini 3 su una trentina di persone tra cui 2 presidi e un insegnante di educazione tecnica, Fulvio Balata di Roma con la simpatica moglie Rosalba, impiegata, non profia.

Ore 10,30 - trasferimento a Malpensa con pullmann.


Attesa e primi approcci con le compagne di viaggio fino alle 13,15 l’ora della partenza per Londra con volo DA1839; simpatiche le organizzatrici del CIDI di Milano, ma un po’ troppo.. milanesi.

Battesimo dell’aria per me che salgo per la prima volta su di un aeroplano; sono un po’ emozionata, ma la curiosità è più forte della paura.

Tempo splendido: paesaggio meraviglioso sulle Alpi innevate; sono felice come una scolaretta e vorrei avere cento occhi per vedere tutto; mi capita il primo scontro con la lingua e Maddalena mi prende in giro perché non so neanche chiedere dov’è la toilette.

Il tempo passa in un baleno e siamo già a Londra: ore 14,00 aeroporto di Gatwich. 


Un pullman ci trasborda all’Invernesse Court Hotel anziché al Kengsinton Inn in Cromwel Road come pattuito con l’agenzia italiana di Londra; è un tipico hotel inglese arredato in stile vittoriano, molto caratteristico, ma non abbastanza accogliente per alcune di noi che protestano vivacemente perché le camere sono fredde o senza acqua corrente o umide. 

Insomma si resta lì una notte e poi si cambierà albergo e ci si trasferirà al Prince of Wales Hotel De Vere Gardens LondonW85AG che risulterà meno caratteristico, ma più funzionale.

Alle 18,30 andiamo a visitare l’Istituto italiano di cultura dove è in corso una manifestazione in onore di Tito Gobbi il grande baritono; molta animazione e gran giro di bicchieri di vino.


Ce ne andiamo presto annoiate; intanto abbiamo costituito il nostro gruppetto: Maddalena, io, Rosalba, Fulvio ed Elisabetta Campanini, una follonichese molto graziosa e simpatica, sposata e insegnante a Roma. 

Entriamo nella sala del seminario; il presentatore è italiano e ci farà capire certe caratteristiche dell’ordinamento scolastico inglese, sarà cioè una chiave utile che permetterà di mettersi subito dal punto di vista giusto per ricordare, ad esempio, che qui non c’è mai stato Napoleone, non c’è quindi mai stata un’opera di centralizzazione e di strutturazione uniforme di tutto il Paese.


La Gran Bretagna è costituita da 3 paesi diversi, il Galles, la Scozia e l’Inghilterra; questa è la differenza che, come Italiani, immediatamente notiamo.

Mr.Trickey parla in un italiano approssimativo e ci fa sapere che tiene un corso di aggiornamento a Modena ogni due anni ad una trentina di insegnanti inglesi e italiani; egli dichiara che è molto colpito dalla cordialità e dalla gentilezza della gente e del provveditorato di quella città.


Il sistema che l’ispettore ci illustra vale soprattutto per l’Inghilterra e il Galles, ma non per la Scozia; il segretario di Stato (= nostro ministro) per l’istruzione è lo stesso per l’Inghilterra e il Galles, ma è un altro per la Scozia; il sistema per l’Inghilterra e il Galles è essenzialmente decentralizzato, diviso tra il governo, le 97 autorità locali e il corpo direttivo della scuola.


Questi sono i responsabili per l’istruzione; fanno parte del corpo direttivo della scuola i genitori e gli insegnanti che si dividono la responsabilità per cui il sistema di Inghilterra e Galles si può definire un sistema nazionale amministrato localmente.


Il department of Education in Science è il principale gestore, ma non l’unico dell’istruzione pubblica; il sistema ha avuto una base legale nel 1944 con un atto del Parlamento che ha affidato appunto la responsabilità a diversi membri; le università sono escluse da questo sistema; le responsabilità del segretario di Stato sono le seguenti:

1 - l’accordo tra i programmi

2 - la direzione e l’incoraggiamento nei confronti delle autorità locali perché proseguano nel loro programma di istruzione

3 - la salvaguardia di un sistema nazionale con dati e obiettivi comuni.

Inoltre il segretario di Stato è responsabile, nei confronti del Parlamento, del fatto che il denaro pubblico venga speso bene, cioè che la gestione della Pubblica Istruzione sia adeguata; le autorità locali debbono provvedere all’istruzione nella zona in cui risiede la scuola; alcune di esse possono opporsi alle decisioni del segretario di Stato, ma non agli obiettivi che egli stesso fissa, per esempio possono opporsi all’organizzazione delle scuole.


Nell’ambito delle autorità locali c’è lo chef education officer che è responsabile in quanto rappresentante eletto; questi rappresentanti eletti formano una commissione che amministra l’istruzione localmente.


Le scuole inglesi hanno la possibilità di innovare e di cambiare; infatti esse hanno caratteristiche comuni, ma sono essenzialmente diversificate; il corpo direttivo di una scuola deve rendere conto del proprio operato all’autorità locale da cui dipende ed è responsabile dell’andamento della scuola; qui si inserisce l’Haed Teacher; questa è una figura professionale che gli Italiani non conoscono; l’head teacher è un docente anziano non per l’età, ma nel senso di esperienza; egli rende conto, all’autorità locale, dell’andamento della scuola; l’head teacher non necessariamente deve fare parte della scuola; chiunque può fare un annuncio sui giornali che mettono questo avviso per gli insegnanti che in Inghlterra possono chiedere di far parte di quella determinata scuola; poi l’autorità locale stabilisce una commissione che seleziona quelli che hanno fatto domanda ed elegge l’head teacher.


Il segretario di Stato deve provvedere alla qualifica degli insegnanti: chi è laureato ha uno status diverso da quello di chi possiede un semplice diploma; di solito bisogna avere la laurea più due anni di training (tirocinio) qualificante.


Le esperienze fondamentali e necessarie per essere qualificati come head teacher sono:

1 - prima di tutto che uno sia stato un buon insegnante in classe

2 - che questi sia un manager della scuola

3 - che sia informato di tutto l’andamento scolastico

4 - che abbia partecipato a dei seminari qualificanti.


Il livello di qualifica comporta anche un livello di stipendio superiore; i vari livelli superiori possono essere:

1 - head teacher della materia

2 - head teacher of department (più materie affini in una scuola grande)

3 - deputy of school (responsabilità didattica e amministrativa)

4 - head master (preside) 


 Domanda: Da un’inchiesta fatta dal Senato della Repubblica Italiana, risulterebbe una grande scarsità di insegnanti professionali; si sente dire che qui in Inghilterra molti insegnanti possono avere una vita professionale di dieci anni (per le donne di sette-otto) dopodichè essi potrebbero cambiare mestiere, addirittura poi, molti potrebbero avere un doppio lavoro; ma questa figura di insegnante di seconda categoria esiste davvero qui in Inghilterra?

E l’opinione pubblica considera questi insegnanti in modo molto negativo?

Risposta: so che la realtà sociale italiana è diversa, cioè mentre gli Italiani fanno gli insegnanti a vita, qui essi cambiano; anche nelle altre professioni si cambia con molta facilità e credo che questo accada anche nella carriera dell’insegnante.


Altra domanda: dal momento che gli insegnanti inglesi fanno domanda per avere un certo posto e quindi vengono assunti, chi ha la possibilità di valutare gli insegnanti? I colleghi? I genitori? I superiori? L’head teacher, essendo responsabile del lavoro che fanno gli altri colleghi, che mezzi ha per giudicarli?

Risposta: è importante il rapporto interpersonale con gli altri colleghi, perché, così facendo, si può parlare insieme, stabilire insieme i propri obiettivi ecc.; questo naturalmente ci fa conoscere i colleghi e fa in modo che i colleghi conoscano noi; per misurare questa capacità, adesso si ricorre all’autovalutazione dell’insegnante stesso.


Se si fa la richiesta per andare in un’altra scuola è necessario anche che l’head teacher dichiari se l’insegnante ha fatto il suo dovere nella scuola e come si è comportato con gli altri colleghi; adesso c’è la tendenza, da parte dell’h.t. di andare sempre più spesso nella classe dei colleghi che insegnano la sua stessa materia; non è un’ispezione, ma un lavorare insieme; in Gran Bretagna gli ispettori sono diversi da quelli italiani che vanno a controllare il lavoro dell’insegnante, qui gli ispettori vengono per dare un suggerimento, per dire: ”guarda io ho fatto questa esperienza, perché non provi anche tu?”


Come si vede, gli ispettori italiani agiscono sulla base del sospetto, mentre qui si agisce sulla base della fiducia; questa è la differenza fondamentale; comunque quando si chiede di andare in un’altra scuola, si deve presentare un curriculum che riporti le esperienze e la dichiarazione se l’insegnante ha fatto o no corsi di aggiornamento. Si incoraggia l’autovalutazione perché, anche se questo non succede in tutte le scuole, pare che questa e il lavorare collegialmente compensino, in qualche modo, il senso di solitudine degli insegnanti.

Domanda: in Italia gli insegnanti possono comunicare tra loro i problemi delle varie classi, però molto spesso si tende a coprire le proprie “bucce”, qui in G.B. invece, questo metodo è usato per scambiare esperienze e per risolvere i problemi; ora questo avviene a livello spontaneistico, è incoraggiato o si basa su presupposti scientifici?

Queste competenze vengono date agli insegnanti tenendo conto del fatto che voi puntate l’attenzione soprattutto sull’aspetto relazionale del lavoro degli insegnanti? Risposta: attualmente si ritiene opportuno, pur tenendo conto della tradizione del passato, che l’istruzione, in un certo senso, si organizzi per il futuro e cioè possa cambiare secondo le nuove esigenze; è importante che l’istruzione sia ben bilanciata e che abbia un progetto per l’occupazione futura, quindi le scuole devono discutere sui bisogni che ogni classe rileva e procedere adeguatamente alle esigenze rilevate; occorre trovare insieme obiettivi comuni da raggiungere in futuro.

Lei ha parlato di tecniche precise del lavorare insieme, ma qui il lavoro di gruppo che noi abbiamo sperimentato negli ultimi dieci anni, oggi è ritenuto un lavoro vecchio; queste esperienze si hanno nella singola scuola; i bisogni non si rilevano a livello nazionale, ma riguardano quella determinata scuola e quella determinata situazione a cui si deve rispondere.

Intervento: noi vogliamo sapere se esiste un metodo quasi matematico generalizzato alla base del quale sta il fatto che la scuola qui è pragmatica, cioè non esiste una teoria sulla scuola, non si è parlato qui di pedagogisti, di studiosi della psicologia della crescita come mai?

Risposta: qui non si ha la mentalità della graduatoria che comporta il voto-cifra, ma quella del “lavoriamo insieme” sia per quanto riguarda gli insegnanti che gli studenti; questa mentalità viene inculcata fin dall’ infanzia e così quando si diventa un professionista, essa, almeno nelle persone intelligenti, continua a sussistere.

La scuola inglese sarebbe tendenzialmente selettiva mentre il sistema comprehensive, introdotto nel 1956, si oppone al sistema selettivo per cui mentre prima c’erano esami per studenti più capaci ed esami per studenti meno capaci, adesso c’è la tendenza a realizzare un sistema unico che non tiene conto della differenza di capacità; per chiarire il discorso: gli esami che si fanno qui sono di due livelli: - livello ordinario che si fa a 16 anni - livello advanced che si fa a 18 anni e serve per l’ingresso all’università I programmi dei due esami sono abbastanza diversi, ma si tende ad unificarli e si fa così anche per la valutazione.

E’ difficile prevedere quali saranno le richieste del mercato in futuro, però è necessario preparare gli alunni alle tecnologie per cui tutte le scuole dovranno avere il computer; in ogni scuola ci sarà un insegnante che informerà gli studenti e gli insegnanti e anche i docenti della singola materia dovranno tenersi al corrente delle richieste del mondo del lavoro e informare i ragazzi su quali possano essere gli sbocchi futuri per loro. Oxford: qui si tratta di ruolo e funzione dell’adviser nell’ambito dell’autorità locale.

Domanda: è possibile un confronto tra l’organizzazione scolastica inglese e l’IRRSAE italiano che è un centro di sperimentazione e aggiornamento?

Risposta: il prof. Sam Muir-school-adviser-Oxford parlerà delle funzioni dell’adviser nell’ambito delle autorità locali riguardo all’aggiornamento in servizio e alla sperimentazione come l’IRRSAE in Italia; una di queste funzioni sarà quella di fornire informazioni sulle iniziative e le proposte che il ministero (D.E.S.) darà; quanto è stato organizzato qui nella regione di Oxford lo sarà anche nelle altre regioni, questi risultati saranno rimandati al D.E.S e verranno esaminati dagli ispettori di Sua Maestà tra i quali abbiamo conosciuto mr. Trickey alla luce dei vari rapporti locali che sono continui, si costituirà un rapporto definitivo che, appunto, terrà conto delle varie esigenze.

Lo scambio di idee tra noi insegnanti italiani e i rappresentanti della scuola inglese ci è sembrato talvolta interessante e tal’altra piuttosto faticoso, ma ci ha chiarito abbastanza la differenza tra la qualità della professione insegnante italiana e quella inglese; alcuni dei nostri colleghi del Regno Unito ci hanno detto senza complimenti che, secondo loro, mentre gli insegnanti inglesi sono dei professionisti molto responsabili, ben preparati e adeguatamente pagati, gli italiani sono solo degli impiegati statali scarsamente professionali e, conseguentemente, mal retribuiti.

Per consolarci un po’ abbiamo via via cercato di alternare l’ascolto delle discussioni con il godimento delle bellezze artistiche e delle caratteristiche culinarie che Londra offre ai turisti.


Così, abbiamo ammirato Hide Park il grande parco fiorito nei pressi dell’hotel che ci ha ospitati; in seguito abbiamo potuto cogliere la caratteristica architettura dei bei palazzi passeggiando per le streets (strade) affollate e percorse da grandi pullmans a due piani; una graziosa carrozzella con tanto di fiaccheraio e cavallo dalla bionda criniera ci ha fatto ricordare l’amore degli Inglesi per la tradizione; ci è piaciuto il gran numero dei piccioni intenti a beccare senza aver paura dei passanti; stavamo appunto ammirando le loro forme affusolate, mentre qualcuno li stava osservando da un altro punto di vista: ”Bada come sono grassi! Che bell’arrosto ci si potrebbe fare!.. ”

Si è sentita d’un tratto una voce in una lingua a noi ben nota, ci siamo voltati di scatto e ci è venuta spontanea una domanda al gruppetto di giovani che passeggiava dietro di noi: ”Italiani?” al che ci è stato risposto: ”Come avete fatto a indovinarlo? ”
Risate e allegre battute hanno concluso la scenetta.

Per ricordare il nostro viaggio, ci siamo fatti fortografare insieme ad una signora del nostro gruppo intenta a programmare su di una guida della città, una gita ai monumenti più famosi come il Tower Bridge, il grande ponte che unisce Southbank con la Torre di Londra; è questa un edificio imponente famoso perché vi si trovano i gioielli della corona oltre ad orribili strumenti usati anticamente per torturare i prigioneri.


Passeggiando lungo il Tamigi, ci hanno incuriosito varie persone incappottate, stese su sedie a sdraio che al mare del nostro paese sono usate per prendere il sole in costume da bagno; assai interessanti poi, ci sono parse le guardie della regina, in marcia sotto il peso dei grossi colbacchi neri. Giunti in una piazzetta, abbiamo notato una folla di persone intente a scegliere oggetti in vendita, un mercatino? Certo! Si tratta di Portobello, mercato dell’usato, famoso per le sue bancarelle che, oltre a merci di ogni tipo, espongono mobili di antiquariato assai ricercati.


Passeggiare stanca e stimola l’appetito, così, seguendo il consiglio della nostra guida, abbiamo consumato un’ottima cena in un ristorante indiano nel quartiere di Soho: qui abbiamo gustato succulenti piatti di riso cucinato in vari modi, cibo assai piacevole per le nostre papille gustative, ma disastroso per le nostre finanze; in seguito, per necessità e anche per curiosità, ci siamo accontentati di ristorarci nei pubs con gli hamburgers dei Mc Donalds e con cartocci di fish and Cheeps (pesce e patatatine) dissetandoci con capaci bicchieri di birra o di succo di arancia; ci sarebbero state molte altre cose da vedere e da godere a Londra, come i grandi parchi ombrosi, i musei ricchi di celebri quadri e le maestose cattedrali come Westmister o S. Paul Cathedral, ma gli 8 giorni del nostro viaggio sono ormai finiti e, fatte le valigie, riprendiamo l’aereo per tornare a casa.

Le altre foto di viaggio: